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7 strategie adattive sviluppate per la sopravvivenza che spesso si trasformano in schemi limitanti

  • Immagine del redattore: Diana Piga
    Diana Piga
  • 17 giu
  • Tempo di lettura: 2 min



Nel corso dello sviluppo, ogni individuo struttura modalità di adattamento che rispondono al bisogno primario di sicurezza e stabilità. Queste strategie, funzionali nel contesto originario in cui si sono formate, permettono la sopravvivenza emotiva, relazionale e cognitiva nei momenti in cui mancano risorse esterne o interne più evolute. Tuttavia, nel tempo, ciò che era adattivo può diventare disfunzionale, bloccando la crescita personale e la possibilità di vivere esperienze nuove in modo pieno e consapevole.


Di seguito esploriamo sette strategie adattive comuni che, se non rielaborate, rischiano di trasformarsi in schemi limitanti.





1. Ricerca della familiarità



Funzione originaria: scegliere il noto è una forma di sicurezza. Il cervello umano tende a preferire ciò che è prevedibile, riducendo il rischio percepito.

Limite evolutivo: la continua ricerca di ambienti, relazioni o situazioni familiari può portare a ripetere cicli disfunzionali. L’evitamento del nuovo blocca l’apprendimento e l’espansione dell’identità.





2. Evitamento del dolore



Funzione originaria: evitare il contatto con emozioni dolorose è un meccanismo di difesa naturale, utile in situazioni di sofferenza non elaborabile.

Limite evolutivo: evitare sistematicamente il dolore emotivo impedisce di accedere all’elaborazione e alla ristrutturazione interna. Le emozioni evitate tendono a cronicizzarsi sotto forma di ansia, blocchi o sintomi psicosomatici.





3. Bisogno di controllo



Funzione originaria: il controllo nasce come tentativo di gestire l’incertezza, soprattutto in contesti caotici o traumatici.

Limite evolutivo: il bisogno eccessivo di controllo irrigidisce, riduce la spontaneità, limita la tolleranza alla frustrazione e impedisce il contatto autentico con sé stessi e con l’altro.





4. Conformismo sociale



Funzione originaria: nei primi anni di vita, conformarsi garantisce accettazione e appartenenza, bisogni fondamentali per lo sviluppo.

Limite evolutivo: mantenere l’approvazione altrui come criterio guida impedisce lo sviluppo dell’autenticità e dell’autonomia. L’identità personale rischia di rimanere frammentata e dipendente dal giudizio esterno.





5. Soppressione emotiva



Funzione originaria: in alcuni ambienti, esprimere emozioni può essere pericoloso o non consentito. L’inibizione emotiva consente la protezione.

Limite evolutivo: la soppressione prolungata delle emozioni impedisce la regolazione affettiva e può generare sintomi somatici, isolamento e difficoltà nelle relazioni intime.





6. Attaccamento disfunzionale



Funzione originaria: anche un legame instabile può risultare “meglio di niente” per un bambino. L’adattamento si struttura attorno alla sopravvivenza relazionale.

Limite evolutivo: in età adulta, questi modelli possono tradursi in dipendenza affettiva, difficoltà nella fiducia, paura dell’abbandono e idealizzazione del dolore come prova d’amore.





7. Compensazione narcisistica



Funzione originaria: in risposta a vissuti di vergogna o umiliazione, costruire un sé potenziato protegge dal crollo dell’autostima.

Limite evolutivo: l’iper-investimento nell’immagine e nella prestazione isola dalla vulnerabilità, ostacola il contatto con il sé autentico e rende difficile la costruzione di relazioni reciproche.




Riconoscere questi meccanismi non significa invalidarli, ma comprenderli per poterli trasformare.

La terapia, in questo senso, non “sradica” difese, ma aiuta a sostituire strategie di sopravvivenza con modalità più flessibili, sane e orientate alla crescita.


Quello che ci ha protetto, a un certo punto della vita, potrebbe non essere più ciò che ci fa crescere.

L’evoluzione passa anche attraverso la disattivazione gentile dei vecchi meccanismi di sopravvivenza.

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