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Dall’esperienza al corpo: come i trigger riattivano la memoria emotiva

  • Immagine del redattore: Diana Piga
    Diana Piga
  • 24 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

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✴️ Introduzione


Capita di provare emozioni forti e improvvise che sembrano fuori contesto. Rabbia, paura, attrazione o disagio emergono senza una causa apparente, lasciandoci confusi.

Spesso la spiegazione non è nel presente, ma nel passato: nella memoria emotiva. Un sistema interno, non sempre consapevole, che influenza ciò che ci colpisce, come reagiamo e cosa percepiamo come significativo.


In questo articolo esploriamo cosa significa “attivazione emotiva”, cos’è un trigger e quale funzione svolge la memoria implicita nella nostra vita quotidiana.




🔥 L’attivazione emotiva: cosa succede nel corpo e nella mente



L’attivazione emotiva è una reazione automatica a uno stimolo che il nostro sistema percepisce come importante. Si manifesta su diversi livelli:


  • Fisiologico: aumento del battito cardiaco, tensione muscolare, cambiamenti nel respiro.

  • Emotivo: ansia, irritazione, eccitazione, senso di urgenza.

  • Cognitivo: pensieri che si bloccano, sensazione di vuoto, bisogno di difendersi o controllare.



Può trattarsi di una reazione a qualcosa di spiacevole (una minaccia), ma anche a uno stimolo positivo (attrazione, senso di familiarità).


⚠️ Queste risposte non sono decise razionalmente. Avvengono prima del pensiero, in modo riflesso.




🧠 La memoria emotiva: come si forma, dove agisce



La memoria emotiva è implicita: non si presenta come un ricordo narrativo, ma come una sensazione nel corpo.


Si costruisce:


  • nelle prime relazioni significative (spesso prima ancora che si sviluppi il linguaggio),

  • durante esperienze ad alto impatto emotivo,

  • in momenti che, anche se dimenticati a livello conscio, lasciano una traccia profonda.



Queste memorie si consolidano in aree cerebrali come l’amigdala e l’ippocampo, e si riflettono nel sistema nervoso autonomo.


👉 Ogni volta che viviamo qualcosa di emotivamente intenso, il nostro cervello registra sensazioni, contesto e significato — non solo i fatti.

Queste tracce restano attive sotto la superficie e influenzano le nostre reazioni molto tempo dopo.




⚡ Quando il passato si riattiva: la dinamica della memoria emotiva



Le reazioni emotive non nascono solo da ciò che accade nel presente, ma da come questo “risuona” con esperienze precedenti.


Il meccanismo è il seguente:


  1. Uno stimolo attuale (una parola, un tono, un gesto) viene percepito come familiare o carico.

  2. Questo stimola una memoria emotiva implicita.

  3. La risposta emotiva si attiva come se fossimo ancora nel contesto originario.



Esempio clinico:


Una persona vive il distacco emotivo del partner con un’intensità sproporzionata. Non è tanto la situazione attuale a generare disagio, quanto l’eco di un vissuto più antico, ad esempio l’aver sperimentato da bambina l’assenza o l’indifferenza affettiva.


Il presente è diverso, ma il corpo reagisce come se fosse rimasto “bloccato” in quel tempo emotivo.




🎯 Trigger non vuol dire solo trauma: anche il desiderio ha radici profonde



Nel linguaggio quotidiano, il termine trigger è spesso associato solo a traumi o ferite.

In realtà, anche ciò che ci attrae fortemente — persone, relazioni, dinamiche — può essere il risultato di una riattivazione implicita.


Ci sentiamo spinti verso certi legami o situazioni perché:


  • evocano sensazioni di sicurezza, fusione, familiarità o urgenza emotiva,

  • riproducono, in modo conscio o meno, esperienze affettive passate.



👉 Il desiderio può diventare una forma di “ripetizione emotiva”: il tentativo di rivivere, riparare o completare qualcosa che è rimasto in sospeso.


Esempio:

Una persona si lega ripetutamente a partner distanti o non disponibili. Questo schema può riflettere l’apprendimento precoce che l’amore va conquistato, cercato, mai ricevuto senza sforzo.




✅ Riconoscere le proprie attivazioni: un passaggio chiave



Diventare consapevoli delle proprie attivazioni emotive è fondamentale per:


  • distinguere tra ciò che appartiene al presente e ciò che riattiva il passato,

  • ridurre reazioni automatiche,

  • interrompere schemi relazionali ricorrenti,

  • costruire modi nuovi di stare nelle relazioni.



Nel lavoro psicologico, questo processo permette di:


  • accorgersi di ciò che agisce dentro di noi senza che ce ne rendiamo conto,

  • trasformare le reazioni in risposte più intenzionali,

  • modificare il significato che diamo alla nostra storia personale.



Le emozioni non si manifestano per caso: sono collegate a una memoria che il corpo conserva anche quando la mente dimentica.

Ogni attivazione è un segnale che qualcosa, dentro di noi, è ancora vivo.


Imparare a riconoscere queste attivazioni significa dare spazio a una comprensione più profonda di sé. Significa smettere di confondere il presente con ciò che è stato — e iniziare a rispondere, invece di reagire.





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