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Ci siamo immaginati insieme: storia delle immagini che fanno nascere e morire i legami

  • Immagine del redattore: Diana Piga
    Diana Piga
  • 10 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

“Ci siamo immaginati insieme”

Perché alcune relazioni durano mentre altre no

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Ogni relazione si fonda su una rappresentazione mentale dell’altro. Nessun essere umano interagisce davvero con l’altro esattamente così com’è: ciò che percepiamo è sempre filtrato attraverso, maschere, modelli interiori, aspettative, memorie, desideri.

In psicoanalisi si parla di proiezione: attribuiamo inconsciamente all’altro elementi nostri — parti idealizzate, bisogni non risolti, immagini simboliche — e da quel momento vediamo una versione potenziale dell’altro, che ci appare carica di senso.

Ma queste proiezioni non sono errori da evitare. Sono il materiale psichico attraverso cui costruiamo ogni legame. L’importante non è non proiettare, ma comprendere se e come queste immagini si accordano.


“Amare significa idealizzare. Ma idealizzare in due può creare un mondo.”

(André Green, Il lavoro del negativo)




📌 Le relazioni durature si fondano su una narrazione condivisa: tra ciò che si è e ciò che si desidera diventare


La tenuta di una relazione non dipende né da un’accettazione incondizionata né da un’illusione reciproca. Si costruisce piuttosto su una conoscenza reale ma parziale dell’altro, unita alla capacità di immaginare insieme una traiettoria evolutiva.

Ciascuno riconosce nell’altro non solo ciò che è, ma anche ciò che può diventare: si crea così una visione condivisa del possibile, una progettualità affettiva che tiene conto delle fragilità attuali ma anche delle potenzialità future.

Quando questa narrazione si spezza – perché le immagini divergono, o i desideri prendono direzioni opposte – il legame perde coerenza e tende a dissolversi.




🔄 Quando le immagini si disallineano


Le immagini che due persone costruiscono l’una dell’altra non sono mai perfettamente simmetriche, e possono divergere nel tempo. Il disallineamento avviene quando i significati proiettati non trovano un riscontro nell’altro, o quando i desideri che orientano ciascuna immagine vanno in direzioni differenti.

Questo accade, ad esempio, quando emergono bisogni relazionali divergenti, differenti visioni del futuro, o interpretazioni incompatibili di ciò che costituisce un legame significativo.

L’incontro iniziale si era fondato su una sovrapposizione simbolica, ma col tempo può diventare evidente che ciò che si desidera rappresentare o ricevere attraverso l’altro non coincide più.

In questi casi, la relazione si satura. Non per mancanza di affetto, ma per incompatibilità delle immagini che ciascuno mantiene e protegge come fondamentali per il proprio equilibrio psichico.




🪞L’equilibrio di una relazione dipende dalla compatibilità simbolica


Non esiste relazione che prescinda dalle rappresentazioni. Ogni legame è sostenuto da una forma mentale condivisa in cui ognuno si riconosce e trova un ruolo.


“L’amore è possibile solo tra due immagini che scelgono di specchiarsi.”

(André Green, The Dead Mother, 1983)


Quando questa scelta diventa reciproca – non perfetta, ma sufficientemente stabile – si crea un’alleanza affettiva che consente l’integrazione tra realtà psichica e realtà concreta.

Non è la sola aderenza oggettiva ai fatti a garantire la solidità del legame, né la sola coerenza simbolica: è la capacità di co-costruire e mantenere nel tempo una rappresentazione relazionale condivisa, che sia verificabile nei comportamenti, negli scambi e nelle scelte reciproche.

In questa intersezione tra immaginario e realtà, tra aspettative e atti, si sviluppa il vero nucleo trasformativo della relazione

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